IL NIPOTE DI RAMEAU

IL NIPOTE DI RAMEAU

Il nipote di Rameau di Denis Diderot, capolavoro satirico della seconda metà del settecento è la parabola grottesca di un musico fallito, cortigiano convinto, amorale per vocazione avvolto in un lucido cupio dissolvi. Nella sua imbarazzante assenza di prospettive edificanti, nella riduzione della vita a pura funzione fisiologica riesce in maniera paradossale a ribaltare la visione del bene e del male, del genio e della mediocrità, della natura umana e delle possibilità di redimerla. Rameau si è offerto attraverso i secoli come un nitido archetipo di libero servo, innocua foglia di fico per padroni a tolleranza variabile. Scorgiamo dietro la sua perversità le paure del filosofo del perdere se stesso e i propri riferimenti etici nell’affrontare un primo embrione di libero mercato delle idee che intuiva stesse nascendo in quel turbolento e fervido scorcio di secolo. Rameau manca dai nostri teatri dagli inizi degli anni novanta, un ventennio di profonde mutazioni nel corpo della nostra società civile, le sue contorsioni intellettuali quindi assumono nuovo e violento impatto e nuovi motivi di aspro divertimento.

tratto da un trattato filosofico di Denis Diderot

con

Silvio Orlando

regia

Silvio Orlando

con

Amerigo Fontani

Maria Laura Rondanini

traduzione e adattamento

Edoardo Erba e Silvio Orlando

clavicembalista

Simone Gullì poi Luca Testa

scene

Giancarlo Basili

costumi

Giovanna Buzzi

disegno luci

Umile Vainieri

produzione

Cardellino srl

GALLERIA